L’INPS ha pubblicato la circolare n. 10 del 29 gennaio 2021 con cui specifica i valori rivalutati del minimale di retribuzione giornaliera, del massimale annuo della base contributiva e pensionabile, del limite per l’accredito dei contributi obbligatori e figurativi, nonché gli altri valori per il calcolo delle contribuzioni dovute in materia di previdenza e assistenza sociale per la generalità dei lavoratori dipendenti iscritti alle gestioni private e pubbliche.

La retribuzione da assumere come base per il calcolo dei contributi di previdenza ed assistenza sociale non può essere inferiore all’importo delle retribuzioni stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali, qualora ne derivi una retribuzione d’importo superiore a quello previsto dal contratto collettivo.

Minimali e massimali contributivi 2021

Per la generalità dei lavoratori il minimale retributivo per il 2021 il minimale giornaliero da assoggettare a contributi è pari a 48,98 euro cioè il 9,5% di 515,58 euro che rappresenta il minimo di pensione nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD). Ne deriva che lo stipendio minimo contributivo mensile non può essere inferiore a 1.273,48 euro. 

Parimenti, l’Inps stabilisce anche il valore del massimale contributivo e pensionabile per il 2021. Per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, la retribuzione massima oltre la quale non sono tenuti a versare contributi ammonta a 103.055 euro all’anno.

Fanno eccezione i direttori generali, i direttori amministrativi e i direttori sanitari delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere. Per costoro il massimale contributivo è elevato a 187.854 euro.