Il 15 ottobre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 con il quale il Governo Conte bis mira a varare una manovra economica espansiva, sebbene con risorse limitate.
Sterilizzate in primis le clausole di salvaguardia, in modo da bloccare l’aumento dell’Iva previsto dal prossimo 1° gennaio. Si guarda poi al taglio del cuneo fiscale – ad esclusivo vantaggio dei lavoratori – e alla lotta all’evasione fiscale da realizzarsi anche attraverso la c.d. rivoluzione cashless.
Riduzione del cuneo fiscale
Cavallo di battaglia della manovra è sicuramente il taglio del cuneo fiscale a carico dei lavoratori mentre sfuma per il prossimo anno la prospettiva di una riduzione più marcata del costo del lavoro anche per le imprese.
Il cuneo fiscale è dato dal complesso delle trattenute che gravano sul costo del lavoro, sia per l’impresa che per i dipendenti ed i liberi professionisti. In altre parole il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra quanto costa complessivamente un lavoratore all’azienda che lo ha assunto e quanto effettivamente percepisce il lavoratore come netto in busta paga.
Per quanto riguarda, invece, la tassazione che il lavoratore subisce in busta paga, questa si assesta intorno al 32,6%. Per fare un esempio pratico: a fronte di uno stipendio lordo di 1.800 euro, netti in tasca al lavoratore arrivano mediamente 1.213 euro.
Si parlava, inizialmente, di un bonus di 1.500 euro per tutti ma l’importo si è progressivamente ridotto, settimana dopo settimana, fino ad arrivare ad una somma che si aggira, secondo le ultime indiscrezioni, intorno ai 40 euro mensili a partire da luglio 2020.
Per capire cosa cambia sarà necessario attendere la pubblicazione della Legge di Bilancio; tuttavia si ipotizza di estendere il Bonus Renzi anche ai contribuenti incapienti (ma è l’ipotesi meno accreditata) oppure di estenderlo ai contribuenti con redditi fino a 35.000 euro (seppure in misura ridotta).
Limiti all’uso del contante
Rendere tracciabili i movimenti di denaro tra privati, aziende e contribuenti in generale è una delle missioni che l’attuale Governo ha ribadito di voler portare a termine, disincentivando l’uso del contante con agevolazioni e rimborsi riconosciuti a chi usa carte di credito e/o bancomat per effettuare i propri acquisti (c.d. rivoluzione “cashless”).
La lotteria degli scontrini è una delle misure contenute nel decreto fiscale collegato e prevede un premio annuale per un totale di 50 milioni di euro da distribuire attraverso una lotteria soprattutto a chi paga con carta di credito o bancomat. Possibilità di partecipare anche per chi paga in contanti.
Il contribuente al momento dell’acquisto deve comunicare il proprio codice fiscale all’esercente e quest’ultimo deve trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate con tutti i dati della singola cessione o prestazione.
Chi paga con carta elettronica avrà una possibilità doppia di vittoria rispetto a chi sceglie il contante. Alla lotteria potranno prendere parte anche i commercianti e gli operatori Iva.
Attualmente il limite per il pagamento in contanti è pari a 3.000 euro. L’obiettivo è quello di scendere a 1.000 euro in un triennio. L’abbassamento della soglia, dunque, sarà graduale: nel 2020 e nel 2021 si potrà pagare in contanti fino ad un massimo di 2.000 euro; dal 2022 il limite scenderà a 1.000 euro.
Per incentivare l’uso della moneta elettronica, si stanno studiando misure per ridurre le commissioni sui pagamenti tramite Pos a commercianti e autonomi. L’obiettivo è quello di eliminare le commissioni bancarie per i pagamenti sotto i 5 euro, ridurle fortemente per quelli dai 5 ai 25 euro e infine garantire costi più contenuti per quegli esercenti a “bassa marginalità” come gli edicolanti e i benzinai.
Previste, infine, sanzioni per quei commercianti che rifiutano il pagamento in moneta elettronica o che non hanno installato il Pos. Infatti l’obbligo di accettare pagamenti elettronici esiste già, ma finora non c’erano sanzioni. Ora, il decreto fiscale collegato alla Manovra prevede l’introduzione di multe di 30 euro, cui aggiungere il 4% del valore della transazione per cui non è stato accettato il pagamento.
Il controllo sarà affidato agli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.